Vivere la natura: casetta sull’albero. Giorno 2

Dopo la fase progettuale e la preparazione del materiale, è finalmente arrivato il momento del montaggio!

Ma ancora ci mancano alcuni elementi di ferramenta, perciò passiamo la mattinata alla ricerca del necessario, dopo pranzo assembliamo alcune parti della pedana e dedichiamo il pomeriggio al lavoro pesante. Le fasi previste sono: mettere in posizione la prima coppia di assi di sostegno, incrociare perpendicolarmente la seconda coppia e stringere il tutto. Dopo le dovute prove di stabilità  si solleveranno i pezzi della pedana così da  fissarli in posizione.

La prima fase di montaggio: la coppia di travi, chiusa da un lato con la barra d'acciaio, è sollevata in posizione prima di esser chiusa con la seconda barra.
La prima fase di montaggio: la coppia di travi, chiusa da un lato con la barra d’acciaio, è sollevata in posizione prima di esser chiusa con la seconda barra.

L’albero ospite

Si tratta di un albero di quercia, dal tronco di circa 62cm di diametro. Cerchiamo un’altezza ragionevole e un punto del fusto che sia quanto più dritto e verticale. Non è facile, ma dopo qualche tentativo, troviamo un punto di apparente stabilità.

Chiusura delle travi di sostegno

Le travi sono state forate in due punti, simmetrici rispetto al centro, che distano 80cm. I fori ospiteranno le aste filettate e su queste vengono inseriti rondelle e bulloni. La prima stretta dei bulloni lascia un po’ a desiderare e le travi continuano a muoversi. Stringiamo ulteriormente e pare che la situazione migliori, quindi ci decidiamo ad issare le travi perpendicolari. E qui iniziano i problemi: stringendo le travi al tronco dalla forma irregolare, queste non sembrano trovare una posizione esattamente orizzontale. Pare inoltre che l’attrito delle travi sulla corteccia non sia sufficiente a mantenere una sicura stabilità. Continua a leggere Vivere la natura: casetta sull’albero. Giorno 2

Vivere la natura: casetta sull’albero. Giorno 1

Nel precedente articolo abbiamo visto la parte progettuale e fatta la lista del materiale necessario.

E fu sera e fu mattina: giorno primo.

Ok, d’accordo, niente a che vedere con la creazione dell’universo, ma iniziamo a domandarci come doveva sentirsi Nostro Signore, quando, dopo aver fatto i suoi progetti, ha iniziato a metter mano alla creazione.  Noi siamo eccitati, pur sapendo che la giornata sarà dedicata a preparare il materiare e avendo pianificato di dedicare l’indomani al montaggio.

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Vivere la natura: casetta sull’albero. Giorno 0

Inizio questa serie di articoli riguardo un argomento un po’ fuori dal solito, ma si sa, le vacanze portano nuove idee e quest’anno siamo riusciti a realizzarne almeno una. “Siamo”, perché, come spesso accade, da soli si farebbe ben poco: il compagno di questa piccola avventura è Gianmatteo, designer di professione, fratello di mia moglie e uomo assai paziente da sopportare le mie pazzie.

Ma veniamo al dunque.
Mai pensato ad una casetta sull’albero che avete in giardino, per far giocare i piccoli (e non solo)? Da bambino ci ho provato anche io, con scarso risultato ed è quindi venuto il momento di farlo di nuovo, approfittando dell’esperienza (poca) degli anni, vagliando alcune soluzioni di chi si è già confrontato con la materia e confidando nel prezioso scambio di opinioni col suddetto compagno di avventura.

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Christòs anèsti – Alithòs anèsti

Gus (il futuro suocero): Christòs anèsti
Yan (il futuro genero): Acisto acesti [volendo dire Alithòs anèsti]
Gus: Όταν οι έλληνες γράφαν φιλοσοφία, εσείς ακόμα κρεμόσασταν απ’ τα δέντρα.[Quando i greci scrivevano di filosofia, il tuo popolo ancora si dondolava sugli alberi]
Yan, a Tula (la futura moglie e figlia di Gus): Che ha detto?
Tula: Gli piaci…

Da “Il mio grosso grasso matrimonio greco”

Glielo avevo detto

Alfred: Riconosca i suoi limiti, signor Wayne.
Bruce Wayne: Batman non ne ha… non ha limiti.
Alfred: Ma lei sì, signore.
Bruce Wayne: Non posso permettermi di conoscerli.
Alfred: E cosa succederà, allora, il giorno in cui li scoprirà?
Bruce Wayne: Sappiamo tutti quanto ti piace dire “gliel’avevo detto”.

[…]

Bruce Wayne: Chi mi sta vicino muore Alfred, che cosa dovrei fare?
Alfred: Resistere signor Wayne. Sopportare. La odieranno per questo, ma è la vera forza di Batman. Lui può essere l’emarginato, può fare la scelta che nessuno osa affrontare: la scelta giusta.
Bruce Wayne: Oggi ho scoperto quello che Batman non può fare: non può resistere a questo. Oggi potrei dire “glielo avevo detto”
Alfred: Oggi no, non voglio farlo. [si allontanano camminando insieme] Però glielo avevo detto, maledizione…

http://it.wikiquote.org/wiki/Il_cavaliere_oscuro

– Bèh comunque ti chiami sei sempre tu, perchè una sola persona al mondo ha quell’odore!
– Odore?
– Odore di chi ha cavalcato sulle ali il vento, le cento estati passate a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati! Ti ricordi Peter? Il mondo era nostro potevamo fare tutto oppure niente, ma ogni cosa era importante perchè eravamo noi a farla!

da Hook – Capitan Uncino